Una bella parentesi, aperta…
“È tutta fra parentesi la vita”… scrissi molti anni fa ad un amico il quale mi rimproverava di usarne troppe, di parentesi, nei miei saggi letterari (ed anche nelle mie poesie) – gli risposi appunto che tutta la vita non è altro che un susseguirsi di periodi, più o meno lunghi, più o meno intensamente vissuti, ma necessariamente “chiusi”, proprio perché altri se ne possano aprire ed essere vissuti. Quindi, “fra parentesi” significa che ogni periodo della nostra esistenza è come se fosse messo tra parentesi e lì custodito.
Questa premessa storica vorrebbe spiegare la bellissima esperienza che è stata, a Formia, per me, la Libreria di Margherita (per ora – e lascio apposta la parentesi aperta
Ci sono infatti cose accadute che hanno ancora importanza dopo che sono accadute, malgrado siano lontane da noi, malgrado sappiamo che non possano accadere, o per quanto ci auguriamo che tornino ad accadere. Quelle sono le parentesi non chiuse. (In poesia mi capita spesso di aprirne una e non chiuderla
La libreria di Margherita ha vissuto sette anni, in Via Rubino 42, un indirizzo diventato mitico per coloro che volessero trovare non l’ultimo libro di Camilleri o Gamberale, ma l’ultima confidenza di Salvatore o Antonio, Giuseppe o Lorenzo, Sabrina o Romina, Edvige o Raffaela… insomma, per coloro che volessero incontrare i propri simili, intellettuali d’ogni tipo con i quali confrontarsi, prevalentemente della zona ma pure – spesso – di fuori, nel senso che fuori significa da Gaeta a Marrakech, da Minturno a Parigi, da Spigno a Pristina. Perché così è stato: Margherita, nel suo piccolo angolo formiano, ha ospitato poeti e artisti di mezzo mondo (e non è un modo di dire… anche grazie alle mie conoscenze, è stato possibile avere tra i suoi scaffali Georges e Nicole, Michel e Claudia, e Daniel e Dalila, e tanti altri…
Un’altra parentesi lasciata aperta apposta: noi, noi che ci siamo stati, noi che abbiamo avuto non solo la fortuna di esserle stati amici, ma di aver conosciuto da lei altri amici e grazie a lei quindi abbiamo allargato la nostra sfera di interessi oltre i confini dei nostri spazi abituali, noi speriamo e desideriamo e siamo anzi certi che non può essere finita così.
Margherita ha interrotto la sua attività di libraia per ragioni strettamente personali. Anche lei si è divertita a gestire una attività commerciale che tanto le ha dato di artistico e tanto le ha dato quindi (a lei insieme a noi) sul piano personale e le ha consentito di girare – virtualmente – il mondo, rimanendo in Via Rubino, a Formia, nel suo salotto centro culturale, circondata, non sempre solo virtualmente, dall’affetto dei tanti che hanno condiviso la sua avventura.
La libreria di Margherita, immortalata nelle espressioni artistiche di alcuni ospiti stranieri e nelle semplici testimonianze degli amici abituali, non è mai stata uno spazio fisico, ma col tempo è diventata una casa ideale, una stanza senza pareti (come d’altronde la stanza del poeta, che in quel locale ha trovato anch’essa ragione di vivere) – o ci si entrava o la si pensava a distanza, l’accoglienza era assicurata: quanti incontri, quanti libri presentati, quante nuove conoscenze che rimarranno! Ed è questo è il regalo che – magari all’inizio inconsapevolmente, ma nel corso dei sette anni di apertura sempre più coscientemente e anzi in maniera determinata e convinta – ci ha fatto l’amica Margherita.
Lettera di Giuseppe Napolitano, Maggio 2016
Certo, le parentesi si aprono e si chiudono: importante è racchiudervi un senso alla vita. E il senso della Libreria di/con Margherita è più o meno questo: nessuna parentesi sarà mai più aperta se non potrà chiudersi con altrettanta umanità, simpatia, slancio, e tutto il bello che in 7 anni abbiamo fatto insieme: sarà difficile, se non impossibile, ripetersi!