L’ultimo viaggio del corpo sofferente e malato della degente Dina è sublimato dal bardo Gabriele Belletti nell’avventura fantastica della balena D, che libera di nuotare nel mare aperto si allontana da tubi, infermieri e sale anguste e maleodoranti.
La ballata della balena Dina inizia nel letto di un ospedale e finisce nelle acque lucenti e purissime del mare, ritmata da un ‘coro’ impietoso annunciatore di triste realtà.
Il coro deplora l’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, una catastrofe ecologica che con i suoi quintali di petrolio fuoriuscito soffoca lentamente il mare e i suoi abitanti.
La cronaca si alterna, con pochi versi alla volta, alla storia della balena fino a che la chiazza di petrolio, inizialmente lontana, minaccia la balena in fuga, tale una malattia il corpo senza difese del malato.
La salvezza sarà il krill, che saprà trasformare Dina in altro, o la bambina che uscendo dalla bocca aperta della balena continuerà il suo viaggio?
Tra poesia filastrocca e favola Belletti ci educa con fare a volte maldestro a guardare con occhi responsabili il nostro pianeta e il dolore dell’altro.
La recensione è stata scritta da Maria Elena Giovannini
Mi ha fatto venire voglia di leggere il libro, a parte “un’ospedale” (sic)
Vedo ora i due commenti :))
Lo hai poi letto, Claudio?
Verooooooooooooo : Pardon ! mio errore di battitura 🙂
Grazie per avermi scritto!