Questo articolo l’avevo scritto durante le vacanze di Natale ma non avevo il computer disponibile per scriverlo e pubblicarlo.
Ho appena letto il libro di Jack London Il Tallone di Ferro del 1907 e penso che sia davvero un capolavoro.
Il romanzo presenta subito i suoi protagonisti Ernest e Avis. Ernest socialista, studioso di economia , filosofia e biologia, socialista per vocazione e per deduzione: ci tiene infatti a spiegare che il capitalismo ha in sè il germe del proprio declino e questo coinciderà con l’avvento di un nuovo sistema politico, appunto, il socialismo.
Avis borghese, molto benestante, studentessa universitaria, conosce Ernest e l’amore a prima vista la porterà a studiare il socialismo, a guardare la realtà del lavoro nelle fabbriche dell’America di inizio secolo e a diventare rivoluzionaria.
Nella prima parte del romanzo sono presentate sotto forma di spiegazione e dialogo gli argomenti che Ernest tiene nelle varie assemblee pubbliche di San Francisco ossia le teorie evoluzionistiche di Spencer, la teoria economica e il concetto del plus valore di Marx.
Quest’ultimo devo dire che è spiegato benissimo, in maniera chiara e semplice anche per i meno adetti ai lavori.
Jack London già aveva letto tutto Karl Marx, Herbert Spencer ecc.. e ce ne parla in termini facili ed entusiastici in Martin Eden.
Ernest Everhard è Martin Eden compiuto e rivoluzionario.
Sarà che io ho letto prima il libro Martin Eden e poi il Tallone di Ferro, sarà che i due romanzi sono distanti pochissimi anni l’uno dall’altro, sarà che nella mente dello scrittore forse il secondo era già nei pensieri alla stesura del primo, comunque nonostante Martin Eden sia successivo a questo libro, a me pare scritto prima e, soprattutto come ho già detto, mi sembra che Ernest sia Martin compiuto e Avis sia Ruth cresciuta.
Se la protagonista del romanzo autobiografico Martin Eden è la ragazzetta alto borghese che si innamora dello scombinato riuscendo ad amarlo pero’ soltanto cambiandolo, non stimandolo e non condividendo niente dei suoi pensieri e delle sue azioni – infatti mentre Ruth Morse sarà di ispirazione per Martin: grazie a lei , lui inizierà a studiare filosofia, biologia ecc… Martin non sarà di ispirazione per Ruth tanto che appena lei soppetterà che lui possa essere un attivista socialista e non solo uno studioso lo lascerà – Avis è allora l’evoluzione di Ruth per usare un termine caro alla scienza.
E allora seguendo il mio ragionamento tra i due racconti indipendentemente dalla esatta cronologia, Jack riprende li dove la precedente l’aveva piantato, piantato nel senso doppio del termine di lasciare il fidanzato e piantare ossia mettere i semi per una nuova pianta e lo porterà sulle vette più alte dove osano le aquile e solamente una donna sa sorreggerti o seguirti.
Ernest e Avis si innamorano e fanno la rivoluzione.
Seconda parte del libro: potere dell’oligarchia, cioè i capitalisti non permettono lo svolgimento democratico delle elezioni che avevano portato al proletariato ed altrettanti numerosi seggi ai socialisti.
Il proletariato non potrà mai sedere in Parlamento nonstrante la vittoria elettorale.
I socialisti di cui Ernest è il leader saranno vittima di un attacco a tutti gli effetti terroristico al fine di delegittimarli: è il complotto.
Stiamo nel 1907 e Jack London prevede benissimo i metodi di delegittimazione e tensione sociale tipici, ahimè, del ‘900 e non solo.
Comincia la disperazione, subentra la violenza poi la clandestinità. Nascondigli fortuiti, rete fittissima di spionaggio da entrambe le parti, rivoluzionari e il Tallone di Ferro.
In alcune intuizioni London prevede le guerre mondiali, tutte e due, l’egemonia della Germania, l’intervento armato americano.
Sicuramente l’anticipazione dello spiaonaggio della Guerra Fredda, la capacità di lungimiranza di London stupisce la dove non spaventa.
…e poi la guerriglia, il massacro, il terrore, caratteristiche che fanno definire questo romanzo distopico anche se secondo me è semplicemente e propriamente realistico, un verismo americano direi.
Questa notte leggendo la fine del romanzo, ossia la parte della paura e della devastazione ho pensato a Guerra e Pace di Lev Tolstoj.
Sinceramente non c’entra granchè se non nella descrizione della barbarie umana riportata magistralmente da entrambi gli scrittori. Ma certo era diverso, molto diverso il contesto storico e l’atteggiamento della natura nei due conflitti ossia le guerre napoleoniche e la presunta rivoluzione della Comune di Chicago.
Si, avete letto bene, ho scritto proprio “l’atteggiamento della natura” e più precisamente avrei dovuto dire lo scenario mistico che attende alle due dimensioni.
Più erano distanti le due vicende, più si allontanavano le descrizioni e più stanotte ci pensavo: leggevo le bombe di Chicago e pensavo ai colpi di artiglieria della Russia di un secolo prima.
Ad un certo punto la mia immaginazione divideva perfettamente la stanza a metà Stati Uniti e Russia e proseguendo nel ragionamento potri riproporre il binomio Oligarchia e Napoleone.
In London, Ernest, combatte contro l’Oligarghia; in Tolstoj, il Principe Andrej, contro Napoleone. E poi la pioggia la pioggia battente che cade sul campo della battaglia come a voler fermare quella barbarie.
…come a voler piangere sui cadaveri.
Come a voler lavare l’idiozia umana.
La natura come un elemento indispensabile oltre il bene e il male.
Questa scena di Guerra e Pace che ora non ricordo esattamente in quale parte sia se nella prima o nella seconda è così forte e carica di pathos da tornarmi spesso in mente e soprattutto nei momenti di maggior tensione.
E così mentre gli spari annientavano una marea di cenciosi del sottoproletariato nessuna pioggia veniva in loro soccorso e gli zombi del popolo dell’abisso erano veramente soli, spaventosamente soli, tragicamente tristi.
L’assenza dell’intervento mistico della natura mi ha impaurito più del sangue descritto.
Solitudine. Nonostante la violenza non abbia mai una graduatoria, quella del ventesimo secolo è maggiormente sconcertante.
Verismo e Nichilismo. Il Talone di Ferro. Jack London 1907. Un libro indimenticabile.